Citrullus lanatus

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Cocomero
Il frutto
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Superrosidi
(clade) Rosidi
(clade) Eurosidi
(clade) Eurosidi I
Ordine Cucurbitales
Famiglia Cucurbitaceae
Genere Citrullus
Specie C. lanatus
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Ordine Violales
Famiglia Cucurbitaceae
Genere Citrullus
Specie C. lanatus
Nomenclatura binomiale
Citrullus lanatus
(Thunb.) Matsum. & Nakai, 1916
Sinonimi

Per gli altri sinonimi, vedi testo

Nomi comuni

Cocomero, anguria, melone d'acqua

Il cocomero[1][3][4][5] (Citrullus lanatus (Thunb.) Matsum. & Nakai, 1916) o anguria è una pianta della famiglia Cucurbitaceae, originariamente proveniente dall'Africa tropicale.

Caratteristiche botaniche[modifica | modifica wikitesto]

Il cocomero è una pianta annuale, con fusto erbaceo rampicante, foglie grandi e pelose con tre lobi, fiori maschili e fiori femminili, frutto voluminoso rotondo oppure ovale; il peso varia da 10 a 20 kg.

Il frutto è una falsa bacca (peponide), assai massiccio; la crosta è liscia, dura e relativamente sottile, di colore verde con varie striature e chiazze più chiare, bianche o giallastre; l'interno è di colore rosso (o, meno frequentemente, giallo, arancione o bianco a seconda della varietà) e ricco di semi, che possono essere neri, bianchi o gialli[6][7]. La polpa è costituita per oltre il 90% di acqua e contiene anche un discreto quantitativo di zuccheri, soprattutto fruttosio, e vitamine A, C (8,1 mg per 100 g di frutto), B e B6[8].

I frutti sono disponibili esclusivamente nel periodo estivo, da maggio a settembre.

Particolare varietà di cocomero a polpa gialla[9]

Al 2008 esistono più di 1200[10] cultivar di cocomero che producono frutti di peso variabile tra meno di 1 kg e più di 90 kg; la polpa può essere rossa, arancione, gialla o bianca[7]. In Italia e Giappone sono stati prodotti cocomeri dalla forma cubica o piramidale; la forma inusuale viene ottenuta facendo crescere i frutti all'interno di recipienti di vetro in modo da fargli assumere la forma del contenitore[11][12].

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

L'epiteto specifico lanatus si riferisce alle parti lanose della pianta giovane[13].

Nomi locali italiani[modifica | modifica wikitesto]

Il nome cocomero, prevalente in Italia Centrale deriva dal latino cucumis, "cetriolo"[14][15]; da qui deriva anche cucumbra, termine usato nelle Marche.

Il nome anguria, comune in Italia settentrionale, deriva invece dal greco tardo ἀγγούριον (angoúrion, "anguria"[16], "cetriolo selvatico"[17]) ed entra nel lessico della lingua italiana in epoca bizantina attraverso l'Esarcato di Ravenna[14]. Oggi in greco moderno αγγούρι (angúri) significa "cetriolo"[17].

In Abruzzo citrone (o cetrone) AFI: /cıtronə/ deriva dal latino citrium, "cetriolo".

Il nome melone d'acqua o mellone d'acqua (la specificazione serve per distinguere questa pianta dal mellone di pane, Cucumis melo) diffuso in Italia meridionale[18], deriva dal francese melon d'eau, a sua volta dal latino mēlōne(m).

Produzione mondiale di cocomero
Produzione mondiale di cocomero

In Sardegna viene anche usato il nome sardo síndria o sandia, vocaboli derivanti rispettivamente dal catalano síndria e dallo spagnolo sandía, a loro volta provenienti dall'arabo سِنْدِيَّة sindiyya, dal sanscrito सिंधु sindhu "regione del Sindh"[19].

Il tipo pateca, comune in Liguria, deriva dal francese pastèque, a sua volta dal portoghese pateca, dall'arabo بطيخه baṭīḫa "cocomero".

In tutto il Salento è conosciuto come sarginiscu (saracinesco), come riportato dal vocabolario dei dialetti salentini di Gerhard Rohlfs.

Zipangolo (zuparacu, pizzitangulu) della Calabria non hanno un'etimologia certa. Il termine Zipangolo potrebbe provenire da Cipango o Zipangu, l'antico nome del Giappone, area di notevole diffusione del frutto. Zuparacu, usato specialmente della provincia di Catanzaro, viene da alcuni spiegato come "lo zio parroco", con riferimento alle lunghe file ordinate e rettilinee dei semini neri, che ricordano i bottoni delle tuniche sacerdotali.

Produzione[modifica | modifica wikitesto]

I 10 maggiori produttori di cocomero nel 2018[20]
Paese Produzione (tonnellate)
Bandiera della Cina Cina 62.803.768
Bandiera dell'Iran Iran 4.113.711
Bandiera della Turchia Turchia 4.031.174
Bandiera dell'India India 2.520.000
Bandiera del Brasile Brasile 2.240.796
Bandiera dell'Algeria Algeria 2.095.757
Bandiera della Russia Russia 1.969.954
Bandiera dell'Uzbekistan Uzbekistan 1.836.959
Bandiera degli Stati Uniti Stati Uniti 1.771.051
Bandiera dell'Egitto Egitto 1.483.255

La produzione italiana nel 2020 è stata di 677.727 tonnellate, di cui 568.326 da coltivazioni all'aperto e 109.401 da coltivazioni in serra.[21]

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

Semi di cocomero
Seme al microscopio
Anguria coltivata in Buriazia, Siberia

Sinonimi[modifica | modifica wikitesto]

Seguono i sinonimi di Citrullus lanatus:

  • Anguria citrullus Mill.[13]
  • Citrullus amarus Schrad.[13]
  • Citrullus anguria (Duchesne) H.Hara[13]
  • Cucumis citrullus[1] (L.) Ser., 1828[2]
  • Momordica lanata Thunb., 1794
  • Citrullus lanatus var. albidus (Chakrav.) Maheshw.
  • Citrullus lanatus f. amarus (Schrad.) W.J.de Wilde & Duyfjes
  • Citrullus lanatus var. caffer (Schrad.) Mansf. ex Fursa
  • Citrullus lanatus var. caffrorum (Alef.) Fosberg
  • Citrullus lanatus var. capensis (Alef.) Fursa
  • Citrullus lanatus subsp. cordophanus Ter-Avan.
  • Citrullus lanatus var. cordophanus (Ter-Avan.) Fursa
  • Citrullus lanatus var. fistulosus (Steward) Babu
  • Citrullus lanatus var. lanatus
  • Citrullus lanatus var. minor (Chakrav.) Maheshw.
  • Citrullus lanatus subsp. mucosospermus Fursa
  • Citrullus lanatus f. nigroseminius (Chakrav.) Maheshw.
  • Citrullus lanatus var. oblongus (Chakrav.) Maheshw.
  • Citrullus lanatus var. pulcherrimus (Chakrav.) Maheshw.
  • Citrullus lanatus var. pumilus (Chakrav.) Maheshw.
  • Citrullus lanatus var. rotundus (Chakrav.) Maheshw.
  • Citrullus lanatus var. senegalicus Fursa
  • Citrullus lanatus var. shami (Chakrav.) Maheshw.
  • Citrullus lanatus var. variegatus (Chakrav.) Maheshw.
  • Citrullus lanatus var. virgatus (Chakrav.) Maheshw.
  • Citrullus lanatus var. viridis (Chakrav.) Maheshw.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

David Livingstone, un famoso esploratore dell'Africa, riportò che la pianta del cocomero cresceva abbondante nel deserto del Kalahari, dove sembra che esso abbia avuto origine. Lì il frutto cresce selvatico ed è conosciuto come tsamma (Citrullus lanatus var citroides). La pianta è riconoscibile per le sue foglie particolari e per l'elevato numero di frutti che produce, fino a cento per ogni esemplare. Per questa ragione è una fonte di acqua abituale per gli abitanti della zona, oltre a fungere da cibo sia per gli uomini sia per gli animali.

Pianta di cocomero con frutti e tipiche foglie

Non è dato sapere quando il cocomero sia stato coltivato per la prima volta, ma il primo raccolto a essere stato registrato è documentato in alcuni geroglifici nell'Antico Egitto e avvenne quasi 5000 anni fa. Il frutto veniva spesso deposto nelle tombe dei faraoni come mezzo di sostentamento per l'aldilà. Nella mitologia egizia il cocomero aveva origine dal seme del dio Seth.

Nel X secolo d.C. il cocomero era coltivato in Cina, attuale primo produttore mondiale[22].

Presso i beciuani[23] la pianta è conosciuta con il nome di lerotse ed è considerata sacra, con foglie purificanti. Come scrive James George Frazer ne Il ramo d'oro[24] fra i beciuani è d'obbligo purificarsi prima di consumare i nuovi raccolti. La purificazione avviene in gennaio, all'inizio del nuovo anno, in un giorno stabilito dal capo tribù: tutti i maschi adulti tengono le foglie del lerotse in mano e le schiacciano, ottenendone un succo che applicano agli alluci e all'ombelico; poi ciascuno di essi si reca alla propria abitazione e spalma tutti i membri della propria famiglia con questo succo. Solo dopo che questa purificazione è stata completata, la gente è libera di mangiare i nuovi raccolti.

Avversità[modifica | modifica wikitesto]

Tra gli insetti il parassita più importante è l'afide Aphis gossypii. Tra le malattie da funghi, vi sono l'oidio (causato da Erysiphe cichoracearum e dal Sphaerotheca fuliginea), la peronospora (causata da Pseudoperonospora cubensis), la muffa grigia (causata da Botrytis cinerea) e il nerume (causato da Alternaria alternata). Tra le micotossine, vi è la patulina.

Degustazione[modifica | modifica wikitesto]

In Italia, il cocomero si mangia in genere tagliato a fette o in macedonia.
Nei paesi tropicali si mangia spesso tagliato a cubetti e servito su un vassoio assieme ad altri tipi di frutta, come ananas, mango o papaya.

Nella cultura di massa[modifica | modifica wikitesto]

Si parla dell'anguria in Che goduria!, sigla dell'edizione estiva del programma di Canale 5 Paperissima Sprint del 1995, interpretata da Antonio Ricci (ideatore della stessa trasmissione e voce cantata del Gabibbo).

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c cocómero, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 26 luglio 2015.
  2. ^ a b Cucumis citrullus in Annotated Checklist of the Flowering Plants of Nepal, su efloras.org. URL consultato il 27 luglio 2015.
  3. ^ Giacomo Devoto, Gian Carlo Oli, Dizionario della lingua italiana, Firenze, Le Monnier, 1971.
  4. ^ Nicola Zingarelli, Vocabolario della lingua italiana, 11ª ed., Bologna, Zanichelli, 1988.
  5. ^ Dizionario Italiano online Hoepli - Parola, significato e traduzione [collegamento interrotto], su https://dizionari.hoepli.it/. URL consultato il 16 agosto 2022.
  6. ^ Cocomero. Voce dell'Enciclopedia Treccani, 2014.
  7. ^ a b Watermelon Variety Descriptions, su vegetables.wsu.edu, Washington State University. URL consultato il 2 ottobre 2014.
  8. ^ Basic Report: 09326, Watermelon, raw Archiviato il 6 ottobre 2014 in Internet Archive.. National Nutrient Database for Standard Reference, USDA.
  9. ^ Commercializzata in Italia a partire dal 2007 e conosciuta anche con il nome di coco-ananas o cocomero giapponese. Fonte: Arriva in Italia il cocomero giapponese[collegamento interrotto]. myfruit.it, 7 agosto 2007.
  10. ^ Vegetable Research & Extension Center – Icebox Watermelons, su agsyst.wsu.edu, Washington State University. URL consultato il 2 agosto 2008.
  11. ^ Franco Feroldi (22 luglio 2008). Fresh Plaza, 22-07-2008 La vera storia dell'anguria quadrata italiana Archiviato l'11 marzo 2014 in Internet Archive.. Freshplaza.it
  12. ^ Square fruit stuns Japanese shoppers. BBC News, 15 giugno 2001.
  13. ^ a b c d Citrullus lanatus (watermelon) – Plants & Fungi At Kew, su kew.org. URL consultato il 30 luglio 2015 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  14. ^ a b Anguria-Cocomero, Aldo Gabrielli, Si dice o non si dice? Guida all'italiano parlato e scritto, Milano, Hoepli, 2009 - tramite sito Corriere della Sera
  15. ^ AA.VV. (2014). Anguria - sinonimi e contrari. Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  16. ^ Franco Montanari, Vocabolario della lingua greca, Torino, Loescher, 1995.
  17. ^ a b Amalía Kolṓnia e Massimo Peri, Greco antico neogreco e italiano, Bologna, Zanichelli, 2008, p. 162.
  18. ^ Ad esempio a Taranto è chiamato "məlónə all'àcquə", cfr. Nicola Gigante, Dizionario della parlata tarantina, Mandese editore, Taranto, 2002, pag. 500.
  19. ^ Roberto Puzzanghera, Lessico Etimologico Sardo, su filologiasarda.eu. URL consultato il 4 marzo 2016.
  20. ^ (EN) Food and Agriculture Organization of The United Nations, FAOSTAT, su fao.org. URL consultato il 7 agosto 2020.
  21. ^ ISTAT, Statistiche ISTAT: Agricoltura: coltivazioni ortive, su dati.istat.it. URL consultato l'11 agosto 2021.
  22. ^ Boriss H., Brunke H., Kreith M. (febbraio 2006). Commodity Profile: Melons. Agricultural Issues Center, University of California.
  23. ^ È il nome italianizzato degli tswana, una popolazione del Botswana.
  24. ^ The golden bough: a study in magic and religion, Forgotten Books, 1947, p. 494

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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